Nel 1880, Santena si trovava in un delicato processo di emancipazione e definizione amministrativa. Fino a quel momento, Santena faceva parte del comune di Chieri, ma con la crescita della comunità, il desiderio di autonomia si fece sempre più forte. La divisione amministrativa e patrimoniale tra Santena e Chieri divenne un punto di tensione, con entrambe le parti impegnate a stabilire confini chiari e giusti diritti su confini, proprietà e risorse.
Documenti ufficiali della Prefettura di Torino e atti legali mostrano come il Comune di Santena, supportato dalla comunità, lavorasse per ottenere il riconoscimento delle sue esigenze. Questo percorso richiese la presentazione di vari documenti e verbali, risalenti fino al 1877, con cui Santena chiedeva di mantenere il controllo su specifici beni e spazi che considerava essenziali per la propria gestione autonoma. Tra i documenti prodotti ci sono elenchi di proprietà, resoconti delle decisioni del consiglio comunale e decreti ministeriali, il tutto per garantire che l’autonomia conquistata non andasse a discapito dei diritti storici della comunità.
Questa serie di atti rappresenta non solo una questione amministrativa, ma una battaglia simbolica per il riconoscimento dell’identità di Santena. La comunità desiderava affermare il proprio valore e garantire una gestione diretta delle proprie risorse. Alla fine, questi documenti furono depositati e conservati negli archivi comunali come prova della lotta e della vittoria per l’autonomia.
Questa storia riflette il desiderio di autonomia e la determinazione di una comunità che, pur nelle complessità legali e amministrative, lavorava unita per garantire il proprio futuro e consolidare la propria identità.